Il bere sostenibile è senza dubbio una delle ultime tendenze in fatto di mixology. Tra le novità del settore, non può passare inosservato Selvatiq: più che un brand, un progetto di "Wild Nomadic Spirits", come si definisce. Alle spalle di questa avventura "selvatica" e "nomade" ci sono l'imprenditore Charles Lanthier, specializzato proprio nel campo degli spirits, e Valeria Margherita Mosca, esperta di foraging, fondatrice di Wood*Ing Lab - il laboratorio di ricerca e sperimentazione sull’impiego del cibo selvatico e prodotti spontanei, che a breve troverà nuova sede all'interno del Parco di Monza.

Il tema dei drink selvatici era già stato ampiamente trattato dalla Mosca, con l'apertura a Milano - un paio di anni fa - del suo Wood*ing Cocktail Bar, il primo locale basato sul foraging, che nel frattempo si è trasformato in un progetto itinerante (al momento si trova a Courmayeur). Ma ora ci troviamo di fronte a un ulteriore passo avanti della ricerca sulla mixology. "Selvatiq è un progetto realmente e completamente sostenibile", racconta Mosca. "Sotto questo marchio raccogliamo una serie di bevande: le prime tre che presentiamo (e che saranno disponibili dall'1 marzo, ndr) sono un gin, un vermouth e un bitter", continua.
Selvatiq, gli spirits sostenibili figli del foraging conservativo
Spirits molto particolari, che rompono gli shemi in maniera radicale, come spiega l'esperta. "Sono realizzati con prodotti da foraging conservativo, perché il progetto si fonda su alcuni valori fondamentali: innanzi tutto la cooperazione con l'ambiente, il che significa che raccogliamo solo piante invasive che danno fastidio all'ecosistema naturale e che nuociono alla nostra biodiversità (ecco spiegato cos'è il "foraging conservativo", ndr); la sostenibilità alimentare e sociale, perché definiamo un territorio di raccolta che cambia sempre: ogni sei mesi avremo una nuova edizione di spiritis con un nuovo gin, un nuovo bitter e un nuovo vermouth, realizzati con botaniche provenienti da ambienti diversi, con edizioni limitate di 5 mila bottiglie l'uno; andiamo a cooperare con la gente del posto, in modo da favorire lo sviluppo economico locale".

Per la prima serie di spirits, per esempio, Selvatiq ha scelto la Valtellina come area di raccolta. "Per il vermouth abbiamo usato un nebbiolo valtellinese, così come è valtellinese il miele bio di acacia: tutto pensato in modo da favorire l'economia del territorio di riferimento", precisa Mosca. Non manca, alla base del gin, un alcol biologico.
Un'altra caratteristica di Selvatiq è la coerenza in termini di sostenibilità. "Non solo nel concetto di foraging, ma anche il packaging e l'etichetta sono stati pensati in questa prospettiva", afferma l'esperta. Una sostenibilità che si traduce in vetro riciclato, tappo di sughero naturale ed etichetta che si strappa per il riutilizzo della bottiglia, e che curiosamente riporta - oltre alla data di raccolta - il numero di tentativi che sono stati fatti per ottenere quel risultato. "Inoltre ci siamo rivolti alla distilleria Francoli, che è a impatto zero", aggiunge Lanthier.

Fra sei mesi circa verranno lanciati nuovi spirits, per una nuova trilogia di alcolici (sempre disponibili in edizione limitata, da 5 mila pezzi ciascuno) che vedranno protagonista come area di raccolta il territorio del fiume Mincio. "Un'area piena di specie invasive, ci concentreremo su botaniche quali le radici acquatiche, i toni saranno completamente diversi".
Se ora infatti il Gin è fiorito, con intense note di Tilia, il Vermouth è balsamico, perché prevale la freschezza delle gemme di Pinus sylvestris, mentre il Bitter è quasi dolce - "perché c'è la gramigna, che è una radice dal sapore dolciastro, fortemente invasiva", puntualizza Mosca - nella prossima linea Selvatiq cambieranno completamente le sfumature aromatiche dei tre spirits.

La distribuzione? "Puntiamo su tre canali - risponde Lanthier - i ristoranti, le enoteche ed entro la fine del mese questi prodotti si potranno acquistare anche online". Anticipazioni sul futuro? "Stiamo lavorando a una linea non alcolica realizzata completamente con gli scarti delle foreste, mentre nel 2021 prepareremo i primi spirits con prodotti raccolti fuori dai confini italiani".
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