La Settimana della Cucina Italiana nel Mondo è un progetto operativo per noi Ambasciatori del gusto: non uno scopo primario, ma solo il primo step.
Cristina Bowerman
La Settimana della Cucina Italiana è ufficialmente cominciata. Un'opportunità unica per il nostro paese, di cui vi abbiamo parlato nel dettaglio qui, preceduta da una "preview" negli Stati Uniti, dove è stata anticipata la settimana scorsa (causa Ringraziamento). "È l'occasione di portare il meglio del nostro paese all'estero" racconta Enrico Vignoli, Segretario Generale dell'associazione Cheftochef, che ha organizzato diverse attività da Eataly New York "Abbiamo portato diversi modi di fare cucina, ma soprattutto diversi modi di essere chef, mostrando che sappiamo coniugare la tradizione e la contemporaneità".
La Bowerman, Presidente degli Ambasciatori del Gusto, è invece stata a Los Angeles in concomitanza del Festival del Cinema Italiano, poi ha organizzato una cena a 4 mani nella residenza del console di Los Angeles. Ora volerà in Cile insieme ai Fratelli Costardi: "Non ci porteremo nessun prodotto italiano (anche perché le leggi sull’importazione sono severissime) e appena arrivati andremo al mercato per cercare gli ingredienti delle nostre cene". In totale saranno 26 gli chef dell’Associazione degli Ambasciatori del Gusto in giro per il mondo per questa settimana, tutti a titolo gratuito. Tra loro Viviana Varese, che al momento si trova in India. “Per esportare la cucina italiana nel mondo dobbiamo adattarci al gusto del paese che ci ospita" spiega la chef di Alice "In India bisogna tenere conto che mangiano molto speziato, invece in Corea bisogna dosare la sapidità, e così via. Non si possono imporre i gusti, bisogna trovare dei compromessi”.
La Varese è molto positiva su questa edizione "0" della Settimana della Cucina Italiana: "È partito tutto molto rapidamente, ma è sicuramente un buon inizio. L’anno prossimo grazie agli Ambasciatori del Gusto sono sicura che sarà ancora più potente. Bisogna essere fiduciosi, anche perché per la prima volta il governo si è impegnato: per anni non siamo stati considerati come categoria, invece in Spagna si sono organizzati e si sono venduti in tutto il mondo”. Le fa eco Vignoli: "Ci vogliono un comparto coordinato e una selezione condivisa. Usciremo sempre di più dai nostri confini".
L'importanza della Settimana della Cucina Italiana passa anche per i prodotti tipici e per la lotta all'italian sounding. Da Eataly si sono tenute degustazioni di prodotti portabandiera di italianità come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma o l'Aceto Balsamico. Andrea Bezzecchi dell'Acetaia San Giacomo, presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena: "Abbiamo fatto 3 lezioni di conoscenza e degustazione dell'aceto insieme a cotechino, piadina e lambrusco, confrontando DOP e IGP. Il limite più grosso è l'impostazione mentale. Per gli americani il legame con il territorio non è scontato e bisogna sintonizzarsi con loro, spiegare perché un balsamico prodotto in California non va bene, fargli toccare con mano le nostre realtà. E a metterci la faccia devono essere i produttori".
Insomma, di lavoro da fare ce n'è tanto. Ma ci sono anche ottimi presupposti, e uno sguardo nuovo con cui affrontare la comunicazione delle nostre eccellenze. “L'Emilia Romagna non parla solo di sfoglia e tortellini ma anche di innovazione" afferma Sara Roversi del Future Food Institute "L'Italia può ancora essere origine di progetti che poi si espandono a livello internazionale".