Si terrà martedì 10, durante Identità Golose, la finale italiana del S.Pellegrino Young Chef 2015, la sfida lanciata da S.Pellegrino ai giovani chef di tutto il mondo. I 10 finalisti italiani verranno giudicata da una giuria di chef nostrani: a loro l'arduo compito di decidere chi merita di rappresentare l'Italia alla competizione finale, che si terrà durante Expo Milano 2015.
Presso lo stand S.Pellegrino e Acqua Panna, a partire dalle 10 del mattino, i semifinalisti prepareranno la loro ricetta e la faranno assaggiare a Cristina Bowerman, Moreno Cedroni, Enrico Cerea, Carlo Cracco, Ernesto Iaccarino, Davide Oldani e Davide Scabin. Al giovane chef vincitore verrà assegnato un tutor, che lo consiglierà e lo supporterà durante i mesi di preparazione: Cristina Bowerman, chef di Glass Hostaria e di Romeo Chef&Baker. "Affidare ad una donna il compito di seguire il finalista italiano è stato un grande attestato di stima" dice la Bowerman "È un concorso importantissimo che può incidere sulla carriera di un giovane chef".
Tutti gli chef sono già stati parte di una giuria: quello più famoso nel ruolo di giudice, però, è sicuramente Carlo Cracco - proprio in questi giorni sta andando in onda la quarta stagione di Masterchef. "È una competizione completamente diversa, però" ci tiene a specificare lui: "I ragazzi sono veri chef, hanno tutti più o meno la stessa età, e si sfidano per un ruolo importantissimo: rappresentare l'Italia su un palcoscenico mondiale". Cosa vorrebbe vedere nei piatti? "Ricette che rappresentino in maniera forte le diverse identità, personali e locali, degli chef. Mentre non voglio uniformità e omologazione". Stesso discorso per Enrico Cerea (Da Vittorio a Brusaporto), che pretende originalità e non déjà vu. Lo chef tristellato trova che questo tipo di concorsi sia estremamente utile per i giovani: "Alle nuove promesse serve lo spirito di competizione. Devono imparare a mettersi in gioco, e capire che la vita sarà sempre così".
Concorda Ernesto Iaccarino, due stelle Michelin al Don Alfonso 1890: "Iniziamo a monitorare ragazzi che vanno poi seguiti nella crescita. Qualcuno sicuramente si perderà durante il percorso professionale, ma il nostro compito è quello di far venire fuori tutte le loro potenzialità. Rappresentano il nostro futuro!". Tutti i giudici prendono molto sul serio il loro ruolo, e l'importanza della decisione che dovranno prendere: scegliere il rappresentante italiano a una competizione mondiale. Proprio per questo, spiega la Bowerman, non vuole influenze di stili stranieri: "Io credo che essere italiani ci permetta di essere dei trendsetter, di poter dettare noi stessi i canoni gastronomici. Non vorrei vedere cose troppo distanti dal nostro background".
Molto ottimista Davide Oldani. "Vedo idee nuove tra i giovani chef, c'è fermento. L'importante è che nei piatti tutto sia solido, reale. Non voglio decorazioni inutili e superflue". È d'accordo Moreno Cedroni, due stelle Michelin alla Madonnina del Pescatore: "Non voglio piatti esagerati, dei vorrei ma non posso frutto della smania di apparire ".
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Foto: www.nafotografiji.si / Identità Golose / Brambilla & Serrani