A rompere il ghiaccio alle 14.20 il terzo italiano in competizione, Andrea Miacola da Vieste, che oggi rappresenta il Benelux. Il suo piatto parla italiano, con un Coniglio della Carmagnola nella sua quasi interezza: lo chef ha cercato di usare tutte le parti dell’animale e non sprecare nulla. "Ho provato a mettere insieme due differenti culture e tutta la mia esperienza".
Secondo a presentare il suo piatto Shintaro Awa, chef giapponese che rappresenta la Francia, la cui grandissima emozione sul palco ha immediatamente suscitato simpatia nel pubblico in sala. "Mio padre aveva un ristorante giapponese e ho cucinato giapponese fin da piccolo, ma sono sempre stato interessato alla cucina francese. Sono arrivato in Francia, da solo, a 18 anni". Il suo mentor Alleno lo definisce una macchina da guerra e "un grandissimo chef".
Il suo piatto e il suo approccio colpiscono piacevolmente giuria e pubblico: sarà lui uno dei superfinalisti? Qualcuno in sala pensa proprio di si.
Terzo young chef in gara quello di Austria - Germania: il piatto di Matthias Walter, Duck Shanghai, sfrutta diverse parti dell'anatra per ottenere diversi sapori e diverse texture. La presentatrice gli chiede come sia stata questa intensa giornata e lui candidamente ammette: “Pesante. Sono molto stanco ma anche molto soddisfatto. Tutto quello che vedete è della Germania, presentazione del piatto compresa”.
La palla passa ai Paesi Mediterranei: Nicolaos Billis presenta il suo signature dish accompagnato da Olivier Campanha, che candidamente afferma “Credo che qui ci sia il vincitore”. Un piatto che parla di tradizione greca e che vede protagonista la palamita. Dalla giuria si sente un “È molto buono”. In particolare Mauro Colagreco sembra apprezzare molto.
Nikolaj Schmidt Skadborg, rappresentante della Scandinavia, è il quinto young chef della giornata. "Sono uno chef molto patriottico, secondo me abbiamo alcuni dei prodotti migliori al mondo - ad esempio i maiali - e voglio darne una mia interpretazione". Insieme a lui il mentor Christian Puglisi, che così commenta la sua esperienza con Nikolaj: "Ha fatto un lavoro incredibile, non ha mai perso la calma neanche un momento”.
Scenografico il piatto della chef giapponese, forse il più interessante dal punto di vista estetico. Le quattro stagioni del Giappone vengono presentate su un lungo piatto nero mentre la determinatissima Seira Furuya legge il suo discorso accanto al suo mentor Yoshihiro Narisawa. Il fumo dell’anatra arrosto pervade tutta la sala di S.Pellegrino Young Chef ed è come se anche noi avessimo assaggiato insieme alla giuria.
Viene dall’ Europa dell’Est Rodrigo Sandor, che presenta il suo signature dish a base di maiale e pasta ripiena a base di rapa rossa insieme al mentor Adrian Haden.
Ex sportivo e adesso sous chef di uno dei ristoranti spagnoli più importanti del paese (due Stelle Michelin), David Andrés porta invece un piatto di pochissimi ingredienti, tutti del suo paese di origine, presentati non solo come materia ma come prodotti con una storia. La giuria sembra molto colpita sal suo piatto che dalla sua mise en place.
Peter Gilmore presenta Leslie Hattiaux dalla Nuova Zelanda come “una brava chef, estremamente calma”. ll suo piatto all’apparenza semplice nasconde la fusione di due ricette italiane, gnocchi di patate e tortellini. I tortellini sono fatti con la pasta degli gnocchi e i funghi usati sono italiani: “Ho riflettuto su che stagione sarebbe stata qui in Italia per la finale, e ho pensato che in autunno i funghi qui sarebbero stati incredibili”.
Il mentor Vladimir Mukhin presenta il suo young chef Hezret Berdiev e racconta di essere dovuto volare da Mosca fino alla Siberia: migliaia di chilometri di distanza, praticamente un altro paese. Summer in Siberia affonda le sue radici in una vecchia ricetta di famiglia del ragazzo.