È inevitabile che il miglior ristorante del mondo susciti curiosità. Cosa si mangia? Chi sono i clienti? Come sono le tovaglie, i bicchieri, le posate? Certo, esistono limiti da non superare. È quello che deve aver pensato Rene Redzepi, chef del Noma, per il quarto anno in cima alla World's 50 Best.
Al ristorante di Copenaghen la situazione era diventata insostenibile: ogni giorno decine di curiosi si piazzavano davanti alle finestre del Noma per sbirciare all'interno, fotografare, commentare. La soluzione? Farsi costruire un "giardino anti-curiosi".
"René Redzepi non voleva un cordone rosso intorno al ristorante" ci tiene a specificare Thomas Kock del team di architetti Polyform. Infatti la "zona cuscinetto" tutela privacy e tranquillità dei clienti e al tempo stesso amplia l'esperienza gastronomica del locale: sia per chi sta pranzando dentro sia per chi sta curiosando fuori.
Il giardino anti-voyeurismo gastronomico consiste in pietre laviche islandesi, vegetazione scandinava (piante provenienti da Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia e Isole Faroe) e casette delle api. Il cui miele, ovviamente, arriva nei piatti del ristorante: perfettamente coerente con la New Nordic Cuisine del Noma e del Nordic Food Lab.