Quando The World’s 50 Best Restaurants 2022 ha svelato la lista 51-100 dei migliori ristoranti del mondo, dove non appariva alcun italiano, si aprivano due possibili scenari: una totale assenza o una grande rimonta della cucina del Belpaese. Ci speravamo, insomma. Ieri sera il verdetto ufficiale, con la cerimonia di The World’s 50 Best Restaurants 2022 che ha rivelato la prestigiosa lista 1-50, incoronando il Geranium di Copenaghen come miglior ristorante del pianeta e mettendo in evidenza un exploit tutto italiano. Sì, mai come quest’anno gli chef della Penisola sono stati premiati nelle prime posizioni: sei italiani rientrano nella classifica dei migliori 50 ristoranti del mondo, di cui due nella top 10.
Un ottimo risultato per la ristorazione tricolore, con un primato: è la prima volta che ben due indirizzi italiani - Lido 84 a Gardone Riviera in ottava posizione e Le Calandre a Rubano in decima - rientrano tra i primi dieci in classifica (e ci fanno sognare). Ricordiamo che i ristoranti italiani non toccavano la top 10 dal 2018, anno in cui Massimo Bottura salì per la seconda volta (dopo il 2016) sul primo gradino del mondo con la sua Osteria Francescana di Modena, per poi entrare nella hall of fame. Gli azzurri tornano alla ribalta e gettano i semi della speranza, di un nuovo corso della ristorazione italiana, dopo un biennio a dir poco complicato per il settore.
Geranium: nel miglior ristorante del mondo batte un cuore mezzo italiano
La vittoria è stata ancora una volta portata a casa da un ristorante scandinavo (nel 2021 fu incoronato il Noma di Copenaghen), ma per la ristorazione nostrana il bilancio è più che positivo. Anche perché, sì, un po’ di Italia c’è pure sul podio: Geranium, il ristorante numero uno al mondo per The World's 50 Best Restaurants 2022, ha una brigata costituita da circa il 50% di italiani. “Per me è stata una marcia in più essere accolto in maniera così calorosa: al Geranium c’è l’idea della creazione di un’esperienza casereccia e a 360 gradi per chi viene a lavorarci. Tra l'altro il 50% dello staff è italiano”, ci aveva raccontato lo scorso anno Mattia Spedicato, il maître pugliese del Geranium, nel corso di un’intervista, dopo l’ottimo piazzamento al secondo posto nella classifica 2021 di The World's 50 Best Restaurants.
“Secondo me è il carattere di internazionalità della squadra che ci dà quella marcia in più. È chiaro che noi italiani abbiamo sempre quel tocco in più, ma la varietà e questo team multiculturale genera interesse nel venire a visitarci al Geranium, si crea un bel connubio tra i commensali e la sala: ogni ospite entra in connessione con i ragazzi”, aveva aggiunto, spiegando l’approccio informale della sala, con un’impostazione accogliente e personalizzata. “Abbiamo tanti italiani al Geranium, la personalità di ognuno di loro emerge: hanno libertà di muoversi, c’è una completa assenza di vincoli. Siamo stati sempre autentici, abbiamo sempre seguito la nostra strada”, ha raccontato Virginia Anne Newton, Director of Media Relations & Special Events del ristorante numero uno al mondo, qualche mese fa, in occasione di FoodExp 2022.
The World’s 50 Best Restaurants 2022: gli italiani in lista
Sono sei i ristoranti italiani tra le prime 50 posizioni, di cui 2 nella top ten. Il Lido 84, il ristorante di Gardone Riviera (Brescia) che vede alla regia lo chef Riccardo Camanini assieme al fratello Giancarlo (in sala) conquista il gradino più alto con la posizione n.8. Un’ascesa, quella del Camanini style, segnata da tre tappe: l’inattesa conquista del One to Watch Award nel 2019, il debutto in classifica nel 2021, quando si è posizionato 15esimo siglando la più alta new entry, l’ingresso nel 2022 nella top 10, la posizione più alta attualmente per un italiano. A seguire, in decima posizione, ecco Le Calandre di Rubano (Padova), il ristorante guidato da un’altra coppia di fratelli: Massimiliano e Raffaele Alajmo, rispettivamente in cucina e in sala. In questo caso ci troviamo di fronte a due “veterani” dei 50 Best: da sempre annoverati tra i migliori ristoranti del mondo, è solo quest’anno che guadagnano ben 16 posizioni rispetto al 2021 (erano 26esimi) e raggiungono il gradino più alto, entrando nella top 10.
Ma nella magia azzurra c’è anche la firma di Mauro Uliassi: premiato sul palco da Bottura con l’Highest Climber Award, la scalata più alta della classifica, con il suo ristorante Uliassi a Senigallia ha guadagnato addirittura 40 posizioni, passando dal gradino n. 52 dello scorso anno al gradino n. 12 del 2022, grazie alla sua personalissima visione del mare e delle sue creature, completamente innovativa e fuori dal coro. Poco più giù, la posizione n.15 della lista è stata conquistata da Niko Romito, che assieme alla sorella Cristiana, in sala, è alla regia del Reale a Castel di Sangro (L’Aquila): anche in questo caso siamo di fronte a un ottimo piazzamento, che implica una scalata di 14 posizioni, visto che lo scorso anno lo chef abruzzese occupava il 29esimo posto della lista.
Nei magnifici sei italiani troviamo anche Piazza Duomo di Alba (Cuneo), una presenza consolidata nella classifica dei World’s 50 Best Restaurants, con a capo lo chef Enrico Crippa, che scende di un solo gradino rispetto al 2021, passando dalla posizione n.18 alla posizione n.19. Infine la grande sorpresa, che ci riporta all’approccio sostenibile, ai sapori delle vette e alle Dolomiti di Norbert Niederkofler, che sale in posizione n.29 con il St. Hubertus dell’Hotel Rosa Alpina a San Cassiano in Alta Badia, che lo scorso anno aveva fatto il suo ingresso nella lista 51-100, posizionandosi 54esimo. Insomma, la ristorazione italiana torna a farci battere il cuore primeggiando nella classifica dei World’s 50 Best Restaurants con sorprendenti scalate e interessanti new entry.
Ricordiamo che preparare da mangiare e accogliere è un’arte. E gli italiani hanno dimostrato di essere dei maestri dell’ospitalità. Dopo anni segnati dall’egemonia scandinava, ma anche da quella spagnola, dalla distanza tricolore dalle posizioni più alte - con l’unica eccezione di Bottura - ora l’Italia fa (finalmente) sentire la propria voce: un risultato che si apprezza ancora di più dopo un biennio così complicato per la ristorazione.
È un po’ come quando si vincono i mondiali di calcio o l’Eurovision: si riscoprono le potenzialità di un settore, il savoir faire, l’arte e la padronanza - o la techne, come dicevano i greci - di un mestiere che oggi, con la crisi del personale, svela il lato più debole e meno scintillante. Che l’exploit italiano ai World’s 50 Best Restaurants 2022 sia di ispirazione per le nuove generazioni? Che a vincere sia un “sistema Italia” che dia l’esempio di cosa significa lavorare sul team e con il team, per il territorio e sul territorio? È quello che ci auguriamo.