Un po’ colazione, un po’ pranzo, sicuramente golosissimo: il brunch è ormai diventato un appuntamento fisso. Soprattutto la domenica, soprattutto nelle grandi città. È un ibrido, il brunch. Troppo ricco per essere un normale breakfast, non abbastanza da diventare un lunch. E poi ammette i drink. Perché, se i più lo accompagnano con caffè americano e spremuta d’arancia, nulla vieta d’ordinare (anche) un cocktail. Del resto, i weekend sono fatti per questo: per infrangere le regole.
E se si volesse organizzare un brunch fatto in casa? In fondo, è decisamente più easy rispetto ad un tradizionale pranzo. O ad una cena. Innanzitutto, non ha quella rigidità in termini d’orario. I ristoranti sono soliti servirlo da un’ora X ad un’altra ora X, ed è quello che dovresti fare anche tu: non vorrai correre anche la domenica, o svegliarti presto per infilare puntuale le gambe sotto al tavolo, vero? Inoltre, le ricette per il brunch consentono una certa libertà creativa. Nessuno ti chiederà un antipasto, un primo e un secondo: potrai preparare finger food, ricette dolci e salate, quattro tipi di carne oppure nemmeno una, pasta e riso oppure no. Potrai ispirarti alla cucina americana o a quella orientale, organizzare un brunch all’italiana o utilizzare solo ingredienti stagionali. La regola sarà sempre e solo una: creatività. E, per dirla con un neologismo, easytudine.
Brunch: origini e significato
Ha un’origine antica, il brunch. Nell’Inghilterra del XIX secolo, dopo le battute di caccia, i nobili erano soliti trovarsi dinanzi ad un buffet: era una sorta di primordiale e ricchissimo brunch. Il termine risale però al 1895, quando lo scrittore Guy Beringer pubblicò l’articolo “Brunch: A Peal” sull’Hunter’s Weekly, una rivista per appassionati cacciatori. Inizialmente, con quel termine si descriveva la colazione della domenica. Una colazione ricca, per recuperare le energie spese durante i festeggiamenti del sabato sera.
Parte della cultura anglosassone di massa sin dagli anni Trenta, il brunch è oggi diffusissimo anche in Italia. E piace a tutti, per davvero: a tutte le classi sociali, a tutte le età. Del resto, sarebbe strano il contrario: con quella combinazione straordinaria tra piatti dolci e piatti salati, con le sue declinazioni fusion, salutiste o in puro stile USA, soddisfa appieno palati semplici ed esigenti.
Ricette salate per il brunch
Poco importa, che si opti per un brunch all’italiana o all’americana: è importantissimo riservare enorme cura alle preparazioni salate. Perché? Perché è proprio lì, che sta la differenza tra ciò che viene servito ad un brunch e ciò che viene portato in tavola durante l’happy hour: il brunch è, prima di tutto, curato. Niente patatine e arachidi, per intenderci, ma piatti ben presentati e – pur nella loro semplicità – deliziosamente originali.
Se opti per la pizza, ad esempio, studia inedite composizioni d’ingredienti. Qualche esempio? Con pecorino romano e tartufo nero, o con caffé in polvere e guanciale di suino nero. Non dimenticarti il pane – purché speciale, come quello alla barbabietola rossa e rosmarino – e servi anche qualche originale finger food, dai muffin agli hamburger in formato mini, dalle crocchette ai classici della tradizione italiana come arancini e farinate (se scegli di organizzare la versione tricolore del brunch), da accostare a pasta e riso freddi, pizzette e focacce, torte salate e tramezzini.
Se invece si sceglie un brunch traditional style, non possono mancare le uova (dalle scrambled eggs, le uova strapazzate, alle eggs Benedict), i bagels (“ciambelle” da farcire a piacimento con salumi, salmone o cream cheese) e i club sandwich. Oppure, per una versione più europea, i croque madame e i croque monsieur. Per un brunch salato che sia davvero coi fiocchi.
Ricette dolci per il brunch
Non c’è brunch senza ricette dolci. Ci si può cimentare nella preparazione dei dolci tipici americani (cupcakes, cheesecake e torte made in USA come la velvet cake), oppure scegliere un più semplice burro d’arachidi da spalmare sul pane. O, ancora, pani dolci, crêpes o il classico per eccellenza: i pancakes, da accompagnare con un altrettanto classico sciroppo d’acero, con della frutta fresca o con una crema di nocciole. Insomma, non si può certo dire che – questo ibrido che un po’ è colazione e un po’ pranzo – sia dietetico.
Cosa bere al brunch
Cosa bere durante un brunch fatto in casa? Due cose proprio non possono mancare (oltre all’acqua, ovviamente!): la spremuta d’arancia e il caffè americano. Se si opta per una versione salutista del brunch, bisognerà poi puntare su succhi di frutta e centrifugati; se si servono piatti italiani, non mancheranno prosecco e vino rosso. Ma si possono anche preparare dei cocktail, alcolici (perfetto è il Mimosa, con la sua combinazione di succo d’arancia e champagne) o analcolici. Con un occhio alla presentazione, e uno agli ingredienti.