La Guida Michelin 2023 ha premiato un nuovo ristorante con il massimo riconoscimento delle 3 stelle Michelin: Antonino Cannavacciuolo con il suo Villa Crespi di Orta San Giulio è entrato infatti nell'Olimpo dei ristoranti italiani con 3 stelle Michelin. Salgono così a 12 i ristoranti italiani che vantano 3 stelle Michelin, dato che la "Rossa" ha confermato le 3 stelle a tutti gli altri 11 chef già insigniti del riconoscimento.
Prima di Cannavacciuolo, nelle ultime edizioni era stato il turno di Enrico Bartolini al Mudec di Milano nel 2020 e di Mauro Uliassi, dell’omonimo ristorante di Senigallia, premiato nell’edizione 2019. Preceduto a sua volta da Norbert Niederkofler del St.Hubertus al Rosa Alpina Hotel & Spa a San Cassiano in Alta Badia, in provincia di Bolzano, chef 3 stelle Michelin dell’edizione 2018.
Forse non tutti sanno che il primo italiano ad aver conquistato le 3 stelle Michelin fu Gualtiero Marchesi nel 1986, con il suo ristorante a Milano, in via Bonvesin de La Riva. Dal 2014 al 2018 non ci sono stati nuovi chef 3 stelle Michelin.
L’ultimo premiato con il massimo tributo delle 3 stelle Michelin, prima della tripletta degli ultimi anni, è stato Niko Romito, nell'edizione 2014 della Guida Michelin, con il suo ristorante Reale a Castel di Sangro, in Abruzzo. Gli altri ristoranti 3 stelle Michelin italiani sono La Pergola di Heinz Beck a Roma, l'Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena, il Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba, l'Enoteca Pinchiorri a Firenze, che vede alla regia Annie Féolde (la prima delle chef donne 3 stelle Michelin in Italia) in collaborazione con lo chef Riccardo Monco, Dal Pescatore della famiglia Santini a Canneto sull’Oglio (Mantova), Le Calandre a Rubano (Padova) dei fratelli Alajmo e il ristorante Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) della famiglia Cerea, con lo chef Enrico Cerea.
Ristoranti 3 Stelle Michelin: la lista completa
Ecco la lista dei ristoranti 3 Stelle italiani:
- Villa Crespi, Orta San Giulio (NO)
- Enrico Bartolini al Mudec, Milano
- Uliassi, Senigallia (AN)
- Da Vittorio, Brusaporto (BG)
- Piazza Duomo, Alba (CN)
- St. Hubertus Rosa Alpina, San Cassiano (BZ)
- Dal Pescatore, Canneto sull'Oglio (MN)
- Le Calandre, Rubano (PD)
- Osteria Francescana, Modena
- Enoteca Pinchiorri, Firenze
- Reale, Castel di Sangro (AQ)
- La Pergola, Roma
Trovate di seguito i ristoranti e gli chef con tre stelle Michelin in Italia.
Villa Crespi, Orta San Giulio (Novara)
Villa Crespi a Orta San Giulio, sul lago d'Orta, è il regno dello chef di origini campane Antonino Cannavacciuolo, volto televisivo, ma soprattutto grande maestro della cucina italiana, che è riuscito a portare per la seconda volta in Piemonte (dopo Enrico Crippa, con il suo Piazza Duomo ad Alba) il massimo tributo della "Rossa". Incoronato dalla Guida Michelin Italia 2023, Cannavacciuolo ha coronato un sogno, vivendo una grandissima e indescrivibile emozione, come lui stesso ha commentato a caldo, dopo l'assegnazione delle 3 stelle Michelin. Accanto a lui, come compagna di vita e di lavoro, c'è sempre la moglie Cinzia Primatesta.
Il ristorante Villa Crespi, situato all'interno dimora storica in stile moresco, nel cuore di un parco secolare, ha conquistato la sua prima stella nel 2003, mentre nel 2006 ha raggiunto quota 2 stelle. Ora, dopo ben sedici anni di lavoro e di ricerca, ha raggiunto quota 3 stelle Michelin, un riconoscimento riservato a meno di 140 ristoranti nel mondo.
La motivazione che ha portato la Guida Michelin ad aumentare a 12 il numero dei ristoranti 3 stelle Michelin, includendo anche Villa Crespi nell'Olimpo della gastronomia italiana? “Nei piatti lo chef Cannavacciuolo ci mette il cuore, anzi l'anima come recita uno dei suoi menu, ma anche tecnica, equilibrio e precisione estetica che si traducono per l’ospite in pure emozioni. I suoi piatti sono creazioni inebrianti dai sapori netti e ben distinti, valorizzati dai percorsi degustazione attraverso i quali si spazia dalla Campania al Piemonte con una disinvoltura che fa apparire semplici le cose più difficili, abilità riservata ai grandi chef”, spiega Sergio Lovrinovich, Direttore Guida Michelin Italia.
Tra i piatti iconici di Cannavacciuolo, ecco la Triglia, melanzana, guazzetto di provola affumicata, il Tonno vitellato e gli Scampi alla pizzaiola: tutte creazioni che testimoniano una felice fusione fra i sapori mediterranei e la tradizione piemontese. L'edizione 2023 della "Rossa" ha assegnato anche una stella al Cannavacciuolo Vineyard a Casanova di Terricciola (Pisa), che vede alla regia il giovane chef Marco Suriano.
Enrico Bartolini al Mudec, Milano
Foto Paolo Chiodini
Enrico Bartolini, dopo più di venticinque anni, ha riportato le 3 stelle Michelin a Milano. Era il 1993, infatti, quando Gualtiero Marchesi chiuse il locale di via Bonvesin de la Riva per portare in Franciacorta, a Erbusco, il massimo riconoscimento della "Rossa".
Classe 1979, lo chef di origini toscane ha conquistato la sua prima stella Michelin nel 2010 a Le Robinie, nell'Oltrepò Pavese, il primo ristorante che ha aperto. Poi, nel 2011, al Devero Ristorante, dove è arrivata anche la seconda stella nel 2014. Nel 2017 Bartolini è approdato al terzo piano del MUDEC, il Museo delle Culture, nel cuore del design district di Milano. Qui ha confermato la seconda stella per due anni consecutivi, sino all'edizione 2020 della Guida, che lo ha incoronato con tre 3 stelle Michelin.
Il massimo tributo della prestigiosa guida gastronomica lo ha ottenuto a pochi giorni dal compimento del quarantesimo anno d’età.
Ricerca, eleganza e sperimentazione sono i tratti distintivi della cucina di Bartolini. Piatti dove una sconfinata fantasia incontra la ricerca e la dedizione. La Guida Michelin ricorda che molti definiscono Enrico Bartolini come “L'uomo dei record”: è lui lo chef più stellato d’Italia con ben 12 stelle Michelin (le ultime 3 stelle sono state assegnate dall'edizione 2023 della guida rossa, che ha premiato con la seconda stella La Locanda del Sant’Uffizio nel Monferrato, con una stella Anima, il ristorante fine dining all’interno dell’Hotel Milano Verticale | UNA Esperienze, e con una prima stella anche Il Fuoco Sacro del Petra Segreta Resort & Spa, in Sardegna). Il Poggio Rosso di Borgo San Felice Relais & Chateaux, inoltre, è stato premiato con la stella verde dalla Guida Michelin 2023.
Come descrivere la cucina di Bartolini? “Classica-contemporanea è la definizione che lo chef riserva alla sua cucina, e a ben ragione”, scrive la Guida Michelin. La sua cifra si esprime in piatti iconici come il celebre Risotto alle rape rosse e salsa gorgonzola, ma anche Bottoni di olio e lime con salsa cacciucco e polpo alla brace e Alici, Ostriche e Caviale. Bartolini è uno dei sette saggi del concorso S.Pellegrino Young Chef.
Uliassi, Senigallia (Ancona)
Un ristorante di cucina di pesce che riesce a riportare nel piatto tutta la magia del mare. Mauro Uliassi è il 3 stelle Michelin italiano incoronato dall'edizione 2019 della Guida Michelin. Aperto nel 1990 a Senigallia, direttamente sulla spiaggia, il ristorante di Mauro e della sorella Catia è un luogo magico che cambia con le stagioni, passando dalla luminosità dell’estate alle malinconiche – ma piene di fascino – atmosfere autunnali.
Una cucina semplice e contemporanea, piena di eleganza, fatta di tradizione in continuo movimento, che vede il pesce come ingrediente protagonista ma che non disdegna di confrontarsi con la selvaggina e i vegetali.
Tra i grandi classici dello chef il Wafer di fegato grasso d’anatra e nocciole, la Ricciola alla Puttanesca, la Triglia croccante con zuppa di prezzemolo e rabarbaro candito fino a piatti creativi come Il mare dentro fatto di trippe di baccalà, trippe di rana pescatrice, cuore di rombo, fegato di merluzzo, fegato di seppie lattume di rombo.
Di anno in anno la ricerca procede con i suoi “Lab” menu creativi che guardano al futuro. Patito del mare, Uliassi sa dare il meglio di sé anche con la selvaggina con specialità come l’Oca laccata al te di ciliegia, ananas, lime e menta, il Colombaccio con mele, alla cannella e granatina di cipolle, fino ai golosissimi Ravioli di finanziera selvatica, nocciole e fondo di selvaggina. Se volete provare una ricetta dello chef, ecco il Gambero Rosso con Bernese di pomodori gialli e prugne gialle. Anche Uliassi ha fatto parte del mondo S.Pellegrino Young Chef, come mentore dei giovani italiani dell’edizione 2016.
Da Vittorio, Brusaporto (Bergamo)
Da Vittorio a Brusaporto ha aperto nel 1966, ha conquistato la prima stella nel 1978 e viene ancora gestito dai figli di Vittorio, Enrico e Roberto Cerea, e dagli altri tre fratelli. Un ristorante con 3 stelle Michelin e una bellissima storia di famiglia.
Un punto di riferimento nel mondo della ristorazione italiana e internazionale, con - allo stesso tempo - un forte attaccamento al proprio territorio. Difficile dimenticare il supporto e l’aiuto alla comunità bergamasca da parte della famiglia Cerea durante l’emergenza Coronavirus. Un’esperienza di cui ci ha parlato Chicco Cerea nel corso della nostra ultima intervista.
Piazza Duomo, Alba (Cuneo)
Da Michel Bras a Ferran Adrià a Gualtiero Marchesi (di cui ha guidato il ristorante in Giappone, paese in cui è rimasto tre anni): il curriculum di Enrico Crippa è, nel panorama degli chef tristellati italiani, uno dei più internazionali.
La passione per la natura e per l’orto lo ha portato a elaborare piatti iconici come la mitica Insalata 21.31.41.51, ma anche Agnello e Camomilla. È alla regia del ristorante Piazza Duomo di Alba della famiglia Ceretto, da anni presente nella classifica dei World's 50 Best Restaurants (attualmente in posizione numero 19). Con l'edizione 2023 della Guida Michelin Italia, Piazza Duomo di Alba, oltre a essere confermato uno dei ristoranti 3 stelle Michelin, ha conquistato anche la stella verde, il riconoscimento alla sostenibilità.
St. Hubertus Rosa Alpina, San Cassiano (Bolzano)
Foto Brambilla Serrani
St. Hubertus è stata la novità 3 stelle Michelin della Guida Michelin 2018, quando gli è stata riconosciuta la Terza Stella Michelin. Lo chef Norbert Niederkofler è nato in Alto Adige dove, dopo diverse esperienze internazionali, è tornato, per guidare il ristorante St.Hubertus all'interno dell'Hotel Rosa Alpina di San Cassiano, piccolo e affascinante paesino incastonato tra le Dolomiti, in Alta Badia.
È ideatore di Cook the Mountain - filosofia, concept, approccio e progetto gastronomico - che lo vede impegnato a usare in cucina solo materie prime territoriali, per portare al palato il gusto delle vette. È impegnato sempre più in progetti che tendono a valorizzare l’aspetto local della cucina e l’impegno ambientale (impegno premiato dalla nuova stella verde, introdotta come riconoscimento alla sostenibilità nella Guida Michelin 2021).
Dal Pescatore, Canneto Sull'Oglio (Mantova)
In cucina, al ristorante Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio, c'è una delle chef italiane il cui talento viene maggiormente riconosciuto all'estero: miglior chef donna del mondo nel 2013, nonché una delle cinque donne chef in tutto il mondo a essere presente nella lista dei 100 Best Chefs in The World.
Nadia Santini lavora nel ristorante della famiglia del marito oltre trent’anni, e dal 1996 tiene stretto il titolo di ristorante 3 stelle Michelin.
Le Calandre, Rubano (Padova)
Un'altra storia di famiglia per Le Calandre. Nel 2002, a soli 28 anni, Massimiliano Alajmo è stato il più giovane chef italiano di sempre a ricevere le tre stelle Michelin.
Curiosità: Andy Hayler, l’uomo che ha mangiato in tutti i ristoranti tre Stelle Michelin del mondo ha eletto il Risotto con polvere di liquirizia dello chef italiano il suo piatto preferito di sempre.
Qui un'intervista per conoscerle meglio i fratelli Alajmo.
Osteria Francescana, Modena
Se c'è uno chef italiano che non ha più bisogno di presentazioni, quello è Massimo Bottura, nella hall of fame dei World’s 50 Best Restaurants. Lo abbiamo conosciuto in una dimensione casalinga con il suo Kitchen Quarantine, ma lo chef è molto impegnato su tanti fronti anche fuori dalla cucina, dalla collaborazione con Il Tortellante all’associazione Food For Soul, di cui è presidente la moglie Lara Gilmore, che ha aperto refettori con progetti di solidarietà in tutto il mondo, a partire dal Refettorio Ambrosiano di Milano.
Oltre a guadagnare tutti i più importanti riconoscimenti delle guide, con l’Osteria Francescana, il suo ristorante 3 stelle Michelin di Modena, lo chef si è molto impegnato per cause green come la lotta allo spreco alimentare, tanto da essere nominato ambasciatore delle Nazioni Unite. Proprio per questa sua vocazione alla sostenibilità, che si declina in tante iniziative, la Guida Michelin 2021 gli ha attribuito anche la stella verde.
Enoteca Pinchiorri, Firenze
La storia della cucina italiana passa per l'Enoteca Pinchiorri, ristorante italiano con 3 stelle Michelin, ora guidata da Riccardo Monco, dopo l'abbandono di Italo Bassi.
La sua anima è però Annie Feolde, la prima donna ad aver conquistato in Italia le 3 stelle Michelin, esempio per tutte le generazioni a venire, che vi abbiamo raccontato qui con un'intervista.
Tra i piatti iconici, il Carpaccio di cernia, maionese di baccalà, ravanelli, olio di peperone e Ravioli di bietole, arrostiti e non bolliti, con caviale e spuma di aringa affumicata.
Reale, Castel di Sangro (L’Aquila)
Niko Romito ha iniziato a cucinare relativamente tardi, dopo gli studi di Economia all'università, rendendo la località di Castel di Sangro, in Abruzzo, un punto di riferimento della gastronomia internazionale.
Dopo pochi anni, nel 2014, ha conquistato le ambite 3 stelle Michelin, con piatti apparentemente semplici, capaci di andare all’essenza, anzi all’assoluto, del gusto (celebre il suo piatto iconico Assoluto di cipolle). Oltre agli spin off di Spazio a Milano e Roma, da dieci anni lo chef ha avviato il progetto della scuola che porta il suo nome, l'Accademia Niko Romito: un progetto che lo vede impegnato nella formazione dei giovani chef, creato per dare ai talenti in erba la scuola che avrebbe voluto lui. Un impegno importante, che lo ha portato a essere incoronato come Mentor 2021 dalla Guida Michelin 2021. Qui un'intervista per conoscerlo meglio.
La Pergola, Roma
Heinz Beck è arrivato al lussuoso Rome Cavalieri Hilton oltre vent’anni fa. Da allora, le 3 stelle Michelin sono state solo una delle tante consacrazioni per il ristorante La Pergola, simbolo indiscusso di lusso che domina - sia in senso letterale che metaforico - la ristorazione capitolina.
Genio indiscusso dell’alta cucina, rappresenta una certezza che brilla nella Città Eterna. Tra gli altri ristoranti che lo chef segue, c'è anche il St. George by Heinz Beck a Taormina (alla guida lo chef Salvatore Iuliano), che ha raggiunto quota 2 stelle con la Guida Michelin 2023.